L’unificazione degli enti previdenziali pubblici

Posted by

Giampiero Falasca

L’accorpamento degli enti previdenziali pubblici (Enpas, Inpdap, Inps) in un unico soggetto – si parla di super Inps – è stato deciso dal decreto Salva Italia con lo scopo di creare sinergie tra le varie strutture e realizzare economie di scala. Si tratta di un’idea avanzata più volte negli ultimi anni, ma ora che piano piano prende corpo sta emergendo un fatto che era già noto agli specialisti: alcune gestioni non sono autosufficienti, e nei prossimi decenni potrebbero subire squilibri pesanti. Sul banco degli imputati si trova soprattutto l’Inpdap, l’ente di previdenza cui erano iscritti i dipendenti pubblici. Ma perché proprio l’ente degli statali soffre questa situazione? I motivi, volendo semplificare, sono due. Il primo, che non dovrebbe stupire più di tanto visti i ritardi con cui la Pubblica Amministrazione paga i propri debiti, è che i contributi a carico del datore di lavoro pubblico sono stati spesso evasi, in quanto le amministrazioni pagavano solo la quota a carico dei dipendenti. Probabilmente pesava su questo comportamento l’idea che si trattasse di una semplice partita di giro (da un’amministrazione statale all’altra) ma oggi scopriamo che non è esattamente cosi. Il secondo motivo è strutturale: il pubblico impiego decresce ogni anno, a causa dei ripetuti blocchi del turn over, con la conseguenza che aumenta la platea del personale che va in pensione mentre diminuisce quella di chi lavora e versa i contributi. Questi fattori rischiano di incidere pesantemente sui conti della super Inps e potrebbe portare all’adozione di misure pesanti quali contributi di solidarietà e aumento dei prelievi. Restano fuori dal problema le casse privatizzate, che hanno gestioni del tutto autonome e indipendenti da quella statale.

Rispondi