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Il passo del gambero: ritornano – ma solo in parte – gli incentivi per i licenziati per GMO

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Giampiero Falasca
Ieri il Ministero del lavoro ha annunciato l’approvazione di un decreto molto importante. Si prevede il riconoscimento di un incentivo di carattere economico in favore dei datori di lavoro che, nel corso del 2013, assumano a tempo indeterminato o determinato, anche part-time o a scopo di somministrazione, lavoratori licenziati, nei dodici mesi precedenti l’assunzione, per giustificato motivo oggettivo (quello che ormai tanti chiamano “motivo economico”) connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro.
L’incentivo consiste in una somma di denario di importo fisso: 190 euro al mese, per un massimo di 12 mesi, in caso di assunzione a tempo indeterminato (i mesi si riducono a 6, se l’assunzione è a termine). L’importo viene riproporzionato per i lavoratori part time.
La misura ha una portata limitata: è valida fino ad esaurimento delle risorse, che ammontano a 20 milioni di euro, e spetta secondo l’ordine di presentazione delle domande, in via informatica.
Come spiegano al Ministero, il decreto costituisce una forma di parziale bilanciamento della mancata proroga, dopo tanti anni in cui il sistema era in vigore, della facoltà per i lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo (GMO), di essere iscritti nelle liste di mobilità.
E’ una finalità giusta e condivisibile – anche perchè nel sistema attuale risultano favoriti i lavoratori licenziati secondo una procedura collettiva, nonostante la situazione sia identica – ma c’è da chiedersi per quale ragione ci si è arrivati con questo percorso tortuoso: non era più semplice conservare il sistema in vigore? E, soprattutto, considerato che le risorse sono molto poche, non c’è il rischio di creare un’altra ingiustizia, dividendo i lavoratori licenziati solo sulla basa dell’ordine di presentazione di una domanda?

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