Giampiero Falasca – Il Sole 24 Ore 12.7.16
Le brusche dimissioni rassegnate da Marcelo Bielsa dall’incarico di allenatore della Lazio, prima ancora di sedersi sulla panchina della squadra romana, sembrano destinate ad avere uno strascico giudiziario molto gravoso, a causa delle ingenti richieste di risarcimento danni che il Presidente Lotito minaccia di formulare.
La vicenda presenta un aspetto problematico finora poco evidenziato ma molto importante: è possibile che le dimissioni rassegnate da Bielsa non siano efficaci, a causa di quanto previsto dall’art. 26 del d.lgs. n. 151/2015.
La norma ha introdotto un principio molto rigido: ci si può dimettere da un rapporto di lavoro subordinato (oppure si può risolvere consensualmente il rapporto) soltanto seguendo una procedura telematica, attivabile sul sito del ministero del lavoro, previa acquisizione da parte del dipendente di un apposito codice PIN, rilasciato dall’INPS (in mancanza di PIN, si può chiedere l’assistenza di una DTL o di un patronato).
La legge – e qui sta il cavillo che potrebbe incidere sulla vicenda Bielsa – dichiara inefficaci tutte le dimissioni e le risoluzioni consensuali rese con forme diverse dalla procedura telematica, con la conseguenza che una semplice lettera scritta non basta per sciogliere il vincolo contrattuale.
I giornali sportivi sostengono che il mister si sia limitato a mandare una mail per dimettersi: qualora questa circostanza fosse confermata (e qualora, come sembra pacifico, il contratto fosse ormai già valido ed efficace), il rapporto di lavoro subordinato che legava Bielsa alla Lazio potrebbe ancora essere in piedi, per mancata applicazione della procedura telematica.
Si potrebbe obiettare che lo sport professionistico segue regole speciali, codificate nella legge n. 91/1981, e quindi non è soggetto all’applicazione delle norme sul lavoro ordinario.
Questo elemento di specialità sicuramente esiste, ma il legislatore sembra essersi dimenticato di tale aspetto, in quanto non ha incluso il lavoro sportivo professionistico tra i settori esclusi dalla riforma.
Il Ministero del lavoro, per altri settori speciali (es. il lavoro marittimo) ha escluso l’applicabilità della procedura telematica; nei confronti degli sportivi professionisti, invece, sino ad oggi non c’è stata nessuna presa di posizione.
La vicenda Bielsa, quindi, al di là degli esiti futuri (ancora imprevedibili, non essendo chiari tutti i dettagli del caso), potrebbe servire come stimolo per affrontare un nodo interpretativo molto importante per un settore – lo sport professionistico – nel quale le dimissioni e le risoluzioni consensuali sono molto frequenti e hanno un grande impatto economico.