L’agricoltura sperimenta il “lavoro congiunto”, una rivistazione intelligente dello job sharing

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Pasquale Siciliani

Il settore agricolo si modernizza proponendo una rivisitazione del job sharing, già introdotto dalla riforma Biagi più di dieci anni or sono.

Tutti ricordiamo bene il “vecchio” job sharing, una tipologia contrattuale attraverso la quale due lavoratori si impegnano ad adempiere solidalmente a un’unica obbligazione lavorativa verso un solo datore di lavoro. Il modello, già funzionante e collaudato nei paesi anglosassoni, stentò a decollare in Italia e rimase nella galassia dei c.d. contratti flessibili dove orbita tuttora, distante anni luce dalle reali esigenze di flessibilità di cui il nostro paese ha bisogno.

Il 27 marzo 2014 il Ministero del Lavoro ha firmato il decreto che definisce le modalità di instaurazione di rapporti di lavoro “congiunto”, già previsto dal DL 76/2013 (c.d. pacchetto lavoro) con modifiche all’art. 31 del d.lgs. 276/2003.

Il governo introduce la nuova figura di “lavoro congiunto”, un job sharing al contrario, rivisto e corretto alla luce delle peculiarità e delle esigenze del settore agricolo.

Esaminando le due forme contrattuali (job sharing e lavoro congiunto) scopriamo, infatti, che sono soltanto lontani parenti. La dinamica dei due contratti è opposta: nel lavoro congiunto non saranno i lavoratori ad assumersi insieme la medesima obbligazione contrattuale verso il datore bensì saranno più datori di lavoro a beneficiare delle prestazioni lavorative di un unico dipendente.

Il decreto in esame si applica a imprese agricole appartenenti al medesimo gruppo ai sensi dell’art. 31, d.lgs. 276/2003 (ivi comprese quelle costituite in forma di cooperativa), ovvero riconducibili allo stesso proprietario o a soggetti legati da un vincolo di parentela o affinità entro il terzo grado, nonché a imprese legate da un contratto di rete (a condizione che almeno il 50% siano imprese agricole). Le imprese che procederanno all’instaurazione di rapporti di lavoro congiunto saranno responsabili solidalmente per le obbligazioni nascenti dal contratto in condivisione.

L’introduzione del lavoro congiunto segna una svolta nel settore agricolo, consentendo alle imprese di assumere personale ripartendo gli oneri e ottimizzando le prestazioni. Un passo importante verso la semplificazione e verso la maggiore stabilità dei rapporti di lavoro agricoli, esposti, come noto, alle conseguenze del carattere stagionale delle attività e delle ridotte dimensioni delle imprese del settore

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