CCNL Somministrazione: il contratto è firmato, ma non si sa quando entra in vigore. Harakiri di un settore incapace di innovare

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Questa è l’incredibile storia di un settore che si crede innovativo e si scopre, invece, afflitto da vizi impensabili.

Parliamo del settore delle Agenzie per il lavoro, aziende importanti per lo sviluppo, anche qualitativo, del mercato del lavoro.

Queste aziende hanno negoziato di recente con le organizzazioni sindacali il rinnovo del contratto collettivo di lavoro ma, al contrario di quanto solitamente accade, la fase attuativa del nuovo contratto è avvolta da una incredibile e inaccettabile nube di incertezza.

Raramente si assiste a un rinnovo in quattro fasi; nel caso della somministrazione, forse non basteranno, queste quattro frasi.

Ad inizio settembre si firma un ipotesi di rinnovo (primo passaggio), con Assolavoro, a fine del mese l’ipotesi viene ratificata, sempre con Assolavoro (secondo passaggio), poco dopo la stessa ipotesi viene siglata con Asso Somm (terzo passaggio).

E arriviamo al quarto passaggio.

Una formula oscura del nuovo contratto prevede che lo stesso, per acquistare efficacia, debba essere consolidato in un testo che coordini le innovazioni con le norme preesistenti,  e che tale fase debba completarsi entro il 1 dicembre.

Bene, questa fase non è nemmeno cominciata, e così, salvo sorprese – sempre auspicabili – al 1 dicembre il contratto non entrerà in vigore.

Nel frattempo, le organizzazioni sindacali, lamentando questo ritardo, hanno scritto una lettera con la quale sostengono che dal 1 dicembre alcuni istituti entranno in vigore comunque; ma la validità di questa lettura è tutta da verificare, perchè la formula del contratto sembra individuare tale date come ordinatoria, e non tassativa.

Il messaggio che viene dato al mercato del lavoro è devastante.

Un settore da cui ci si attenderebbe freschezza e agilità, si comporta come la peggiore delle burocrazie, si fa inghottire da liti da cortile e perde di vista i reali obiettivi strategici che dovrebbero essere perseguiti.

Questi obiettivi sono – dovrebbero essere – la creazione di regole e modelli organizzativi capaci di offrire al sistema economico innovazione, flessibilità, competitività, semplicità delle soluzioni, e tempestività delle azioni.

Ad oggi nulla di tutto questo viene trasferito al mercato del lavoro che, quando incontra la somministrazione, scopre che l’istituto cela tanta burocrazia, procedure, costi, e – come dimostra la vicenda del contratto – è sempre più avvolto da incertezze sulle regole applicabili.

Quando sentiremo qualcuno lamentarsi che il mercato del lavoro usa poco la somministrazione, dovremmo invitarlo a riflettere sulle colpe reali di questa situazione.

Ma lamentarsi non basta, bisogna anche invertire la tendenza.

E allora facciamo una proposta forte. Visto che il contratto è fermo, proviamo a ripensare alcuni passaggi: semplificazione della procedura di licenziamento (non è possibile che esistano due procedure per lo stesso licenziamento, è un record mondiale di burocrazia), riduciamo i mille adempimenti contrattuali, investiamo in maniera decisa sull’acausalità per via contrattuale, senza se e senza ma, cancelliamo gli assurdi limiti allo staff leasing.

Insomma, proviamo a fare qualcosa che dia anche un pò di competitvità al mercato del lavoro, ed eviti il lento declino della somministrazione.

Troppo tardi? Non è detto, basterebbe volerlo.

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