Garanzia giovani, sta per partire il piano. Funzionerà? Ah, saperlo

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Lavori in corso per l’attuazione della “Garanzia Giovani”, l’ambizioso programma comunitario che mette a disposizione del nostro Paese, a partire dal 1 gennaio 2014, risorse importanti per sostenere l’orientamento e l’inserimento lavorativo delle ragazze e dei ragazzi in cerca della loro prima occupazione, Il decreto Letta di giugno scorso (dl n. 76/2013) ha dato l’avvio al progetto, costituendo per legge un gruppo di lavoro (una “struttura di missione”, nel linguaggio legislativo), partecipato dal Ministero, dalle Province e dalle Regioni, e incaricato di definire le finalita e i criteri di gestione delle risorse comunitare. La struttura di missione e’ stata costituita il 30 luglio, a settembre il Ministero del lavoro e gli enti locali hanno presentato le rispettive proposte, e, proprio in questi giorni, le parti stanno lavorando alacremente per fare la sintesi tra questi progetti, con l’obiettivo di concludere i lavori entro fine mese e, subito dopo, iniziare la messa a regime del piano, per essere pronti ed operativi al 1 gennaio 2014. Al momento, sembrano definiti alcuni passaggi chiave. Innanzitutto, e’ condivisa la visione di quello che deve essere il programma “garanzia giovani”, cioe un progetto pilota finalizzato a realizzare politiche attive del lavoro basate sulle migliori prassi gia sperimentate e rivolete ai giovani privi di lavoro. Questo sistema sara’ basta su un piano nazionale, redatto con le Regioni, nel quale saranno definite in concreto gli obiettivi, le risorse, gli indicatori di risultati e i tempi di attuazione delle misure: e’ prevista anche la realizzazione di un sistema di monotoraggio continuo, che dovra verificare il funzionamento e gli esiti del piano. La piattaforma informatica di riferimento sara’ costituta dai sistema usato dai centri per l’impieo (Sil, sistema infromativo lavoro) e dal sito del Ministero dedicato all’incontro tra domanda e eofferta di lavoro (cliclavoro). Ma in concreto, quali azioni c’e’ da aspettarsi che siano definite? Una prima linea di sviluppo sembra essere quella della realizzazione di prorogrammi di pre orientamento nelle scuole.Una seconda, e piu’ impegnativa, misura sembra essrre quella della messa a disposizione, per ciascun giovane, di una misura di politica attiva che puo’ consistenre in un’opportunita’ di lavoro, un tirocino, o la partecipazione ad attivita formative o corsi professionalizzanti, compreso il servizio civile. Questi percorsi potranno essere finanziati indivudalmente, mediante il riconoscimento di voucher in favore dei giovani piu bisognosi e meritevoli. L’efferttiva realizzazione di questo passaggio determinera’ il successo o il fallimento della strategia. L’obiettivo non e’ semplice, ma – nella logica del programma, improntanto alla ricerca delle best practices – la pianificazione dovra’ andare a cercare sul territorio quelle iniziative che, gia’ oggi, hanno dato ottima prova di se, come ad esempio la dote unica della Lombardia, che prevede per ciascun lavoratore un pacchetto di servizi personalizzati (riqualificazione, orientamento o ricerca di un lavoro). Il disoccupato può chiedere servizi a ciascun soggetto che fa parte della rete dei soggetti pubblici o privati accreditati e gli operatori sono incentivati a proporre misure efficaci, visto che possono incassare una somma economica per i servizi svolti, ma solo se la persona presa in carico viene collocata con successo, con un lavoro o con un tirocinio. Questa è una strada che potrebbe essere adottata a livello nazionale; l’altra possibilità è assegnare le risorse europee in base alla capacità di allestire servizi di “livello” standard in tempi prestabiliti.
Il passato ci fa dire che la riuscita dell’operazione non sarà scontata. Il rischio che le risorse comunitarie vengano disperse in consulenze inutili ed azioni inefficaci è concreto, ma speriamo di doverci pentire presto di questa diffidenza.

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