Avviso ai naviganti. Ricomincia l’insensato balletto Expo-flessibilità. Si salvi chi può

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Le idee banali, si sa, in Italia diventano subito dominanti. Prima dell’estate è entrata con prepotenza nel dibattito pubblico un’idea secondo la quale l’evento Expo merita regole del lavoro flessibili, in deroga a quelle ordinarie.

Questa idea, come si diceva, è talmente banale che sta avendo un successone.

Eppure fa acqua da tutte le parti: per quale motivo l’Expo merita regole flessibili, mentre l’azienda che produce mocassini a Cassino oppure il padroncino di Conegliano Veneto possono affogare nella burocrazia normativa?

Se c’è un problema di flessibilità, va risolto per tutti.

Ovviamente il luogocomunismo ignora queste sottigliezze da tecnici noiosi, e quindi nelle prossime settimane assisteremo a una riedizione di quanto già accaduto a luglio: si parlerà per settimane di regole nuove ma poi si scoprirà che queste valgono per poche centinaia di lavoratori.

Come al solito, i giornali avranno fatto i loro titoli, ma nel mercato del lavoro non sarà cambiato nulla.

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