Chi ha abusato dei contratti di associazione in partecipazione (o di stage) ha l’opportunità di chiudere i conti con il passato utilizzando la sanatoria appena approvata dal Parlamento. Il costo è irrisorio, si paga il 5% per cento della contribuzione dovuta per gli associati in partecipazioni, sino a un massimo di 6 mesi. Poche centinaia di euro.
Ma vediamo in dettaglio come funziona.
Chi vuole accedere al percorso di emersione, deve stipulare, oppure deve aver stipulato, nel periodo compreso fra il 1º giugno 2013 e il 30 settembre 2013, appositi contratti collettivi che prevedono l’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, entro i successivi tre mesi, di persone che hanno già lavorato con l’impresa sulla base di contratti di associazione in partecipazione con apporto di lavoro.
Se viene stipulato questo accordo collettivo, il datore di lavoro ha la garanzia di chiudere ogni pendenza con il passato, sia verso il lavoratore, sia verso gli enti previdenziali e ispettivi.
I datori di lavoro, infatti, beneficiano di due misure molto rilevanti (anche se hanno ispezioni in corso): l’estinzione degli illeciti in materia di versamenti contributivi, assicurativi e fiscali, e la revoca dei provvedimenti amministrativi emanati in conseguenza di contestazioni riguardanti i medesimi titoli.
Insomma, i vantaggi sono tantissimi, tanto che non appare azzardato che chi ha deciso di non applicare la legge ha fatto bene, avendo sostenuti costi minori di chi ha deciso di lavorare regolarmente.
Chissà cosa ne pensano in Europa..