Expo e contratti a termine, un binomio senza senso

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L’ipocrisia regna sovrana. Il Governo, in ritardo, si è reso conto che con il decreto sul lavoro non è stato fatto nulla di quello che serviva e, in particolare, è mancata quella spallata al mercato, fatta di regole più semplici e competitive. Per rimediare all’errore, è stata tirata fuori la “barzelletta dell’Expo”. Il teorema che ci sta dietro è il seguente: dobbiamo completare l’esposizione, facciamo 2-3 anni di deregolazione del lavoro.

E’ una balla colossale, per tanti motivi. Il mercato del lavoro perde migliaia di posti di lavoro al mese, questa è l’emergenza: le cose vanno chiamate col loro nome.

Ma, soprattutto, è ipocrita invocare emergenze inesistenti (l’Expo) per giustificare presunte deregolazioni. La cancellazione della causale – di questo si parla – non è affatto una deregolazione o un cedimento verso il precariato, ma solo una misura che rende più certo l’esito dei rapporti di lavoro, eliminando il contenzioso, senza alterare alcuna tutela.

Il Governo dovrebbe liberarsi da assurde subalternità verso il sindacato, rinunciando a dare questa ridicola excusatio non petita dell’Expo, e dire con chiarezza cosa vuole fare, e perchè vuole farlo.

A patto che abbia un progetto in mente, o qualcosa che ci somiglia.

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