Abbiamo detto che i servizi per l’impiego devono modernizzarsi, passando da un sistema centrato sull’operatore pubblico ad un sistema nel quale il servizio è pubblico, ma gli operatori possono essere privati, e competono tra loro per dare lavoro alle persone.
Questo cambiamento dovrebbe vedere come protagoniste le Agenzie private per il lavoro: non è detto, tuttavia, che oggi questi soggetti siano pronti.
Anzi, a ben vedere, le Agenzie sembrano nella situazione dei produttori di CD Rom agli inizi degli anni duemila: pensavano di vendere un prodotto innovativo, che invece era già sul viale del tramonto.
Il principale servizio che le Agenzie per il lavoro oggi erogano alle imprese è la somministrazione di manodopera a tempo determinato: un servizio che le imprese considerano alla stregua di una commodity, a basso valore aggiunto, e che di conseguenza pagano sempre meno, stimolando una competizione al ribasso che sta portando i margini di profitto a livelli molto bassi.
Di questo passo, le Agenzie stenteranno sempre più a reggere la concorrenza, per un pò gestiranno la situazione riducendo i costi fissi ma, senza innovazione, non andranno avanti.
Bisogna cambiare la rotta, rimboccandosi le maniche e cercando di fare quei mestieri che un mercato del lavoro moderno assegna agli operatori di questo tipo.
La lista dei servizi innovativi è già sul campo; lo staff leasing può soddisfare fabbisogni di flessibilità importanti, e l’apprendistato può essere un modo per dare alle aziende consulenza reale sulle risorse umane. Ci sono poi tutte le azioni di politica attiva che potrebbero essere affidate nell’ambito di una riforma del lavoro.
Si tratta di attività che consentono alle Agenzie di acquisire il ruolo di operatori maturi delle risorse umane, e non di semplici compilatori di buste paga.
Solo chi comprenderà che bisogna imboccare questa strada, nonostante la fatica che ne deriva, sopravviverà alla scomparsa del CD Rom.
