Arel: seminario sul lavoro, alla ricerca della svolta

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Ieri l’Arel ha ospitato un interessante incontro sul tema del lavoro. Pierantonio Varesi, Presidente Isfol, ha illustrato i primi risultati del monitoraggio sulla riforma Fornero, evidenziando che la caduta dei contratti a termine si è in parte fermata, che i contratti a progetto si usano meno e che l’apprendistato ha leggermente ripreso quota, anche se resta poco utilizzato. Bruno Anastasia ha presentato i risultati per quanto riguarda la Regione Veneto, e Antonio Bonardo – esponente di Gi Group, Agenzia privata per il lavoro – ha illustrato i risultati di una ricerca condotta dall’osservatorio messo in piedi dalla propria azienda; da questa ricerca è emersa la grande insoddisfazione delle imprese per una riforma che ha appesantito la flessibilità in entrata senza migliorare quella in uscita. E’ poi intervenuto Giampiero Falasca, il quale ha esordito denunciando quella che, secondo lui, sarebbe una vera e propria emergenza normativa: ci sono troppe norme, sono troppo confuse, e creano un clima ostile al lavoro regolare. Falasca ha poi illustrato quelle che, a suo avviso, dovrebbero essere le prime misure di riforma che il Governo dovrebbe adottare per invertire questa tendenza. La causale del contratto a termine, secondo questo ragionamento, si è rivelato uno strumento inefficace per frenare gli abusi: crea solo contenzioso ma non aumenta l’occupazione. Falasca propone di cancellare il requisito, e sostituirlo con indicatori oggettivi (alcuni già esistenti): il limite di durata e di quantità. Il contratto a termine, in altre parole, dovrebbe essere lecito fino a quando rimane dentro questi parametri. In questo modo, basterà saper contare. E scomparirà il contenzioso. L’incontro si è concluso con l’intervento di Carlo Dell’Aringa, il sottosegretario al Lavoro, il quale ha annunciato che oggi inizieranno le consultazioni con le parti sociali, per discutere le misure da adottare. Il sottosegretario, giustamente, non ha svelato nulla circa i contenuti delle proposte che saranno fatte alle parti sociali, anche se ha insistito molto sulla necessità di agire con prudenza, e sull’opportunità di trovare meccanismi capaci di stimolare alcuni contratti di qualità, come l’apprendistato.
Staremo a vedere se il confronto con le parti sociali sarà utile a far emergere idee nuove o se, invece, produrrà l’ennesima lenzuolata di norme complesse e demagogiche; c’è da sperare che non accada, perchè non ci possiamo più permettere lussi del genere.

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