Il dibattito organizzato da HR Community presso la sede di Sace, a Roma, ha fornito spunti molto interessanti sulle politiche del lavoro dei prossimi mesi. La presenza dell’ex vice Ministro del Lavoro Michel Martone ha consentito un primo bilancio della sua esperienza di Governo. Da questo punto di vista, Martone ha stupito la platea per la grande onesta’ intellettuale con cui ha analizzato i 16 mesi dell’esperienza di Governo cui ha partecipato: piuttosto che arroccarsi su una acritica difesa della legge Fornero, ha riconosciuto che ci sono delle parti che non hanno funzionato. Martone ha poi evidenziato l’esigenza di chiudere presto questa pagina, e passare alla risoluzione di un problema centrale per le politiche del lavoro, quello dei servizi per l’impiego e delle politiche attive; al riguardo, l’ex vice Ministro ha messo in guardia dalla ricerca di facili soluzioni, spiegando che bisogna trovare modelli innovativi, che vedano una cooperazione attiva tra pubblico e privato. Al dibattito ha partecipato anche Giampiero Falasca; il giuslavorista dello studio legale DLA Piper ha illustrato i punti essenziali del dibattito in corso sulla riforma dei contratti di lavoro (in particolare, termine e apprendistato). Falasca ha segnalato il rischio che dai grandi propositi di questi giorni venga fuori un intervento inadeguato, specie sul tema delle causali del contratto a termine. Il punto decisivo, secondo l’avvocato, sarà la presenza o meno del requisito: se si sceglierà solo di attenuare la causali (ampliando i casi in cui non è richiesta), si farà un lavoro ad impatto molto limitato. L’unica soluzione che darebbe risposta alla domanda di semplificazione che viene dal mondo del lavoro, ha concluso Falasca, sarebbe quella di cancellare senza se e senza ma la causale. Molto interessanti anche gli spunti di Massimo Picca, head hunter, che ha raccontato come la crisi sta cambiando le prospettive occupazionali dei dirigenti, e di Angelo Salvatori di Intoo, che ha spiegato i limiti dell’attuale sistema dei servizi per l’impiego e ha evidenziato il grande contributo che possono dare le agenzie di outplacement per colmare queste lacune.