Giampiero Falasca
Il Ministero Fornero non lascia un grande ricordo di sè.
La vicenda degli esodati è una macchia rilevante che sporca il pedigree di quello che doveva essere un tecnico super preparato sulla previdenza, e che è inciampato in una questione che ha aperto dolorose ferite sulla pelle di migliaia di cittadini incolpevoli. Ma Elsa Fornero sarà ricordata anche per la pessima riforma del lavoro, che ha sublimato tutti i difetti tipici della legislazione italiana: complicata, pesante, ideologica, lontana dai fabbisogni delle aziende, dei lavoratori e del mercato.
Il Presidente del Consiglio appena incaricato, Enrico Letta, dovrà scegliere con estrema cura il prossimo ministro del lavoro, perchè questo dovrà occuparsi di intervenire con rapidità per riparare ai guasti dell’ultimo biennio.
Il compito non sarà facile, anche perchè non sarà sufficiente cancellare, con un tratto di penna, l’insensata legge n. 92/2012. Bisognerà anche evitare di ricadere nel solito errore di fare norme complicate, interpretabili, e pesanti (errore in cui è caduta, per dire, anche la legge Biagi), ed avviare un “piano straordinario di semplificazione”.
Questa operazione avrebbe un impatto fortissimo sul sistema economico.
La legislazione attuale, infatti, manda un messaggio di ostilità molto forte verso chiunque vuole assumere regolarmente, mentre chi scegliere di usare il lavoro nero ha ampie speranze di vivere indisturbato nella massima flessibilità.
Bisogna invertire questa situazione: chi vuole assumere deve trovare un diritto del lavoro costruito al servizio suo e del lavoratore, dove ci sono poche regole, chiare, non suscettibili di mille letture, applicabili senza dover far ricorso a uno stuolo di avvocati e consulenti del lavoro. Invece, chi prolifera nel lavoro nero o grigio deve essere seguito dai servizi di vigilanza, con la durezza necessaria.
Il Presidente in pectore dovrebbe capire l’importanza di questa sfida, perchè il lavoro oggi è la chiave di tutto; certo non basta la semplificazione per risolvere la crisi, ma un intervento deciso in tale direzione darebbe una scossa utile a tutto il sistema.
Condivido parola per parola il pensiero espresso dall’avv. Falasca. Solo ed esclusivamente un tecnico della materia (…ma un vero tecnico, non come coloro che ci sono stati spacciati per tali), come ad esempio un manager HR ovvero un Consulente del lavoro, di lunga e comprovata esperienza, potrebbe essere in grado di “raddrizzare” le sorti di una legislazione del lavoro che ormai non sta più in piedi. Il Paese si trova in una situazione di pesantissima crisi? Ebbene, allora il Paese deve avere il coraggio di varare vere e profonde riforme, che incidano sui PROBLEMI REALI e non semplicemente sul sesso degli angeli. Solo così si potrà sperare di sopravvivere.