Riceviamo e pubblichiamo di Phines Ferb, notista politico metropolitano.
Grazie Napolitano. In un momento drammatico della vita italiana, arriva di nuovo lui a salvarci.
Lo spettacolo penoso di questi giorni resterà nella testa e nelle coscienze di tutti, e il PD sembra destinato a pagare pegno in maniera importante: servirebbe un repulisti generale di tutta l’attuale classe dirigente del partito, per provare a cambiare la caduta rovinosa.
La scelta di Napolitano, peraltro, sembra transitoria: non è da escludere che, appena terminata l’emergenza in cui ci troviamo, il Grande Giorgio decida di dimettersi, per godersi un pò di meritato riposo.
In quel caso, toccherebbe ai vincitori delle prossime elezioni nominare il suo successore, e quindi è verosimile che la scelta sarà fatta da Berlusconi o Grillo: un esito paradossale, come tirare un rigore, prendere il palo e sul rimpallo subire il gol.
Sullo sfondo, l’intera classe politica conferma la propria incapacità di essere il motore di un ricambio, anche generazionale, delle istituzioni.
Questi sono i grandi successi accumulati dai dirigenti del PD, che hanno preferito autodistruggersi piuttosto che votare Stefano Rodotà, ex presidente del PDS e deputato di lungo corso della sinistra, per anni invocato (scopriamo oggi in maniera ipocrita) come icona da esibire come esempio.
La scelta di non votare Rodotà è la decisione più assurda di tutta la vicenda, ed è aggravata dal sospetto che non si sia voluto premiare una persona che non appartiene a case di nessun tipo.
I cittadini se lo ricorderanno e, appena sarà ridata loro voce, faranno presente a Bersani, D’Alema & co. cosa ne pensano.