Le notizie della settimana

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Come di consueto, riassumiamo le notizie più importanti della settimana in materia di lavoro: buona lettura, e buon week end!

Alessia Augelletta

auge

CIRCOLARI

Fondazione Studi Consiglio Nazionale dell’Ordine Consulenti del lavoro: Le ipotesi in cui gli ispettori possono diffidare i datori di lavoro al pagamento dei crediti dei lavoratori

Circolare 28 marzo 2013, n. 4

Gli ispettori del lavoro, in base all’art. 12 del D. Lgs. 23-04-2004 n. 124, hanno il potere di diffidare il datore di lavoro a corrispondere al lavoratore, anche parasubordinato, i crediti patrimoniali che risultino dovuti, qualora, nel corso dell’attività di vigilanza, emergano inosservanze della disciplina contrattuale.
Con circolare 28-03-2013 n. 4 della Fondazione Studi Consiglio Nazionale Consulenti del lavoro, in riferimento alla circolare del Ministero del Lavoro n. 24/2004 e n. 1/2013, si identificano i casi nei quali l’erogazione dei compensi ai lavoratori, essendo legati a presupposti oggettivi e predeterminati, possono essere oggetto di diffida:
a) crediti retributivi da omesso pagamento
b) crediti di tipo indennitario, da maggiorazioni, TFR
c) retribuzioni di risultato, premi di produzione, purché risultino da una comunicazione del datore di lavoro o dalle buste paga
d) crediti legati al demansionamento ovvero alla mancata applicazione dei livelli minimi retributivi.
Non possono, invece, essere oggetto di diffida i crediti retributivi derivanti da un non corretto inquadramento della tipologia contrattuale come ad es. quelli derivanti da una riqualificazione del rapporto di lavoro da autonomo a subordinato, perché ritenuti di complesso accertamento.
Non pare superfluo rammentare che la diffida si applica a tutti quei crediti fondati su prova scritta, che legittimano il lavoratore ad agire per decreto ingiuntivo ai sensi dell’art. 633 c.p.c., pertanto, alla diffida possono seguire temporalmente, oltre a tale atto giudiziario, anche le richieste contributive degli Enti Previdenziali.

INPS: Lavoro accessorio
L’INPS, con Circolare n. 49 del 20-03-2013, ha fornito un importante quadro di sintesi delle novità introdotte dalla L. n. 92/2012 in materia di lavoro accessorio, chiarendo alcuni aspetti di carattere pratico legati alla nuova disciplina.

GIURISPRUDENZA

Corte di Cassazione n. 6797 del 19-03-2013: Quando sussiste il danno non patrimoniale per un lavoratore illegittimamente demansionato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6797 del 19-03-2013, ha affermato che, in caso di accertato demansionamento e dequalificazione, il lavoratore può chiedere anche il danno non patrimoniale.
Tale danno deve essere espressamente richiesto e deve essere provata la sua connessione con l’illegittimo demansionamento.
Inoltre, la natura di tale danno non può consistere solo in un impoverimento della professionalità e/o in una mortificazione interiore di natura meramente emotiva ed oggettivamente non accertabile, ma deve realizzarsi in un pregiudizio per il lavoratore provocato sul “fare reddituale” del soggetto, che alteri le sue abitudini e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita diverse quanto all’espressione e realizzazione della sua personalità nel mondo esterno.
Tale sentenza fa riferimento anche a sentenze precedenti, quali Cass. 19-09-2010 n. 19785 e Cass. 23-03-2012 n. 4712.
La Suprema Corte con la sua recente pronuncia ha chiarito, dunque, che la diminuzione di reddito, conseguente al demansionamento del lavoratore, debba influire sulla sua vita psichica e relazionale perché possa essere risarcito il danno non patrimoniale.

Corte di Cassazione n. 7312 del 22-03-2013: Quando un socio può essere lavoratore subordinato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7312 del 22-03-2013, ha riaffermato che “la carica di amministratore unico di una società a base personale è incompatibile con la posizione di lavoratore subordinato della stessa in quanto non possono in un unico soggetto riunirsi la qualità di esecutore subordinato della volontà sociale e quella di organo competente ad esprimere tale volontà”.
La Suprema Corte riafferma, per l’ennesima volta, tale principio, in quanto, dal momento che le pensioni dei lavoratori subordinati sono anticipate e più sostanziose rispetto a quelle dei lavoratori autonomi, molti datori di lavoro pretendono di essere considerati subordinati….di se stessi.
La giurisprudenza ha affermato che è possibile considerare il socio di una società, non a carattere personale, subordinato della stessa, ma solo quando essa è strutturata in modo tale che il socio, di fatto, svolga un’attività lavorativa che lo ponga in una posizione di subordinazione, ad esempio, di un altro socio.
In altri termini, un socio ha diritto a percepire gli utili e a determinare la volontà della società, ma, per essere assicurato in qualità di lavoratore subordinato, deve svolgere le attività che svolge con le medesime modalità di un qualsiasi altro lavoratore subordinato della società.

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