Esodati: non si placano le proteste

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GLi esodati – o meglio quella parte di loro che ha preso il nome di “salvaguardati” – continuano a protestare per la lesione dei loro diritti. E’ incredibile che, dopo quasi due anni, il Governo non sia riuscito ancora a sistemare la vicenda. Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato da Francesco Fiore, coordinatore del CACV-Comitato Autorizzati alla Contribuzione Volontaria.

In relazione all’art. 1 comma 231 della Legge 24 dicembre 2012 n. 228 (“legge di stabilità”), il Ministro del Lavoro di concerto con il Ministro dell’Economia ha emanato il decreto contenente le norme attuative per la salvaguardia di ulteriori 10.130 “esodati”. Tale decreto, come prevede la legge di stabilità, è in corso di sottoposizione al parere delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato e, ancor prima, alla Commissione Speciale istituita dal Presidente della Camera on. Laura Boldrini.
Il CACV (Comitato Autorizzati alla Contribuzione Volontaria) ha da poco appreso il contenuto del predetto decreto, riscontrando, a differenza di quanto garantito da autorevoli componenti della Commissione Lavoro della Camera, una notevole difformità rispetto alla norma di salvaguardia prevista nella legge di stabilità.
In particolare, gravissimo è lo stravolgimento operato dal Ministro del Lavoro nell’interpretare e dare attuazione al punto b) dell’art. 1 comma 231 della Legge 24 dicembre 2012 n. 228. Infatti, nel decreto attuativo si impedisce la salvaguardia ai contributori volontari che hanno prestato attività lavorativa nel periodo intercorrente tra la data successiva all’autorizzazione ottenuta dall’INPS e il 4 dicembre 2011, mentre la si consente, pur con limitazioni, a coloro che hanno ripreso a lavorare successivamente al 4 dicembre 2011. Si tratta di un ennesimo e grave atto di arbitrio e di arroganza del Ministro del Lavoro Elsa Fornero che, in un colpo solo ha fatto strame sia della normativa sulla contribuzione volontaria che della stessa legge di stabilità. La discriminazione è eclatante. Si considerino i seguenti due casi esemplificativi:
a) lavoratore autorizzato, ad esempio, nel 2005 che successivamente ha ripreso il lavoro dopo l’autorizzazione (magari con attività precarie e a termine) e che poi è rimasto definitivamente disoccupato prima del 4.12.2011: in base al testo del decreto non otterrà in alcun caso la salvaguardia;
b) lavoratore autorizzato, ad esempio, nel novembre 2011 e che, successivamente al 4 dicembre 2011, ha ripreso l’attività lavorativa: con limiti di reddito, il decreto ne consente la salvaguardia.
Dobbiamo purtroppo constatare che nonostante la volontà espressa chiaramente dai legislatori nel corso dei lavori della Commissione Lavoro, vi è stata la manipolazione, con lo stravolgimento totale dello spirito della legge di stabilità, da parte di un Ministro che ha dimostrato una volontà pervicace e assoluta nel voler colpire, già dai precedenti due decreti attuativi, la categoria di “esodati” più debole e meno protetta da partiti e sindacati, cioè quella dei contributori volontari.
Una categoria beffata più volte: ex lavoratori non protetti da alcuna norma né indennità e spesso licenziati per fallimento aziendale, per chiusura definitiva di rapporti di lavoro precari e che hanno versato, dopo l’autorizzazione, decine di migliaia di euro per raggiungere il diritto alla pensione, sacrificando ogni risparmio, riducendosi in miseria con le loro famiglie, privi di ogni possibilità di reinserimento lavorativo sul crinale dei sessant’anni.
Peraltro, in precedenza, il Ministro si era anche fatto beffa delle Leggi 243/2004 e 247/2007, già dotate di copertura finanziaria, impedendo ai lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria prima del 20 luglio 2007 di poter accedere al trattamento pensionistico, con un violento atto arbitrario che annulla un diritto acquisito e già finanziato nei capitoli di bilancio dello Stato.
Ora chiediamo una presa di posizione forte, decisa, autorevole e senza alcun tentennamento, dell’intero Parlamento che denunci il totale arbitrio e il colpo di mano compiuto dal Ministro Fornero ai danni di una categoria di lavoratori mai rappresentata e difesa adeguatamente: gravi responsabilità, in tal senso, pesano sulle forze politiche della precedente legislatura, nonché sui sindacati, che hanno abdicato alla loro funzione, non contrastando adeguatamente la violenza e l’arroganza del potere del Ministro Fornero.
Chiediamo una presa di posizione che non si limiti a denunciare, ma che – a partire dalla Commissione speciale istituita dal Presidente della Camera on. Boldrini nonché dalle costituende Commissioni Lavoro di Camera e Senato – si faccia carico concretamente e immediatamente di correggere il testo del decreto ministeriale, consentendo a tutti gli autorizzati alla contribuzione volontaria che hanno prestato attività lavorativa dopo l’autorizzazione di ottenere la salvaguardia, così come da sempre assicurato nelle risposte che autorevoli componenti della Commissione Lavoro della Camera hanno fornito ai quesiti più volte sottoposti dal nostro Comitato in merito alle disposizioni della legge di stabilità.

2 comments

  1. Anche chi ha avuto l’opportunità di lavorare a termine,per un solo mese, dopo l’esodazione è escluso dalla salvaguardia.Una mostruosità! chi a siè arrangiato al nero o gode di una rendita è invece salvaguardato! Assurdo!!!
    Che aspettano i sindacati a farsi sentire?
    Mi auguro che un nuovo Governo riveda seriamente la “riforma” pensionistica, restaurandolo stato di diritto.

  2. tutto cio’ è l’ulteriore dimostrazione delle incompetenze del ministro Fornero scelta dall’esimio prof. Monti.Senza sottolineare l’arroganza della sig.ra fOrnero, che sommata alla sua incompetenza in materia pensionistica, rispecchia esattamente la confusione, il caos, la disperazione di persone lasciate in un limbo senza fine.

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