Perchè non funzionano i servizi per l’impiego?

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Giampiero Falasca

@Falasca73
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Durante un interessante incontro organizzato ieri da HRCommunity presso la sede di Bosch, a Milano, sul tema dell’outplacement, è emersa tra gli HR presenti una domanda molto attuale: ma perchè i servizi per l’impiego italiani non funzionano, nonostante gli investimenti massicci fatti in questi anni, e i tanti interventi normativi che rasentano l’accanimento terapeutico? Le ragioni del fallimento sono tante. La prima è che il sistema italiano difetta nel collegamento tra le politiche attive e le politiche passive: chi paga gli ammortizzatori sociali (Inps) è un soggetto totalmente diverso da chi gestisce le politiche attive (Centri per l’impiego). Inoltre, la cosiddetta condizionalità (se non accetti un certo impiego perdi l’ammortizzatore) esiste, ma solo sulla carta: nella realtà, nessuno viene penalizzato se si impegna poco nella ricerca del lavoro. Un altro motivo del fallimento sta nella sgangherata applicazione del federalismo del Titolo V, che ha determinato conflitti costituzionali ed ha portato all’eccessiva polverizzazione delle competenza; non esiste a livello nazionale un’autorità dotata del potere di determinare gli indirizzi e le priorità in materia di servizi per l’impego e politihe attive del lavoro. Molto deficitario è anche il sistema degli incentivi: poco coordinati e, anche dove esistono, mancano i decreti attuativi. Infine, il sisema non decolla perchè è troppo polarizzato sui centri pubblici per l’impiego. Nonostante alcune aperture formali (soprattutto della legge Biagi), nessuno ha mai veramente provato a costruire un sistema di servizi per l’impiego basato su un modello diverso, nel quale quello che è pubblico è il servizio reso agli utenti, e non il soggetto che lo eroga. Gli esempi di questo modello in europa sono tanti: dall’Olanda, dove l’Agenzia nazionale viene scelta sulla base di una gara, riceve finanziamenti pubblici ed è valutata da un operatore indipendente, alla Germania, dove il privato ha meno spazio ma esistono sistemi premianti per i privati che collocano particolari categorie di lavoratori.
Sarebbe una riforma facile da realizzare, che darebbe risultati efficaci e addirittura potrebbe far risparmiare risorse pubbliche: con tutte queste qualità, c’è da chiedersi se un intervento di questo tipo sarà mai considerato dai nostri legislatori illuminati.

One comment

  1. Ho indirizzato numerose persone alle Agenzie per il lavoro in Provincia di Trento e a diverse agenzie interinali, ma non ne ho mai visto UNO (!?!) contattato per proporgli un lavoro.
    A questo punto mi sorge il dubbio che siano strutture autoreferenziali, il cui unico scopo è quello di mantenere il lavoro di chi vi opera (pubblico o privato che sia).
    Sarei felice di essere smentita…
    Buona Pasqua a tutti!
    Anna Fedrigotti

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