Precari della scuola e giurisprudenza creativa

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Giampiero Falasca
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Il Tribunale del lavoro di Trapani si sta esercitando – fenomeno, purtroppo, non nuovo – in una riscrittura creativa delle norme di legge. Accade, questo, con un filone di sentenze di condanna del ministero dell’Istruzione in favore dei docenti della scuola. IlTribunale ha riconosciuto ad alcuni docenti assunti per diversi anni con contratti a tempo determinato il diritto a ottenere un risarcimento economico per il (presunto) abuso di questo strumento contrattuale. Per giustificare queste decisioni, il Tribunale disapplica la legge, sostenendo che questa è in contrasto con l’ordinamento comunitario.
Per giungere a tale risultato viene analizzata la normativa italiana sui contratti a termine della scuola, viene rilevata la presunta mancanza di strumenti volti a frenare l’eccessiva reiterazione di questi contratti e, da tale situazione, si rileva il contrasto con la normativa comunitaria sul contratto a termine. Questo contratto, secondo il giudice, legittimerebbe la scelta di disapplicare una legge dello Stato.
Particolarmente creativa è la parte della sentenza nella quale sono spiegate le ragioni per cui spetta il diritto al risarcimento del danno. Secondo il giudice, pur essendo pacifico che la pubblica amministrazione può assumere a tempo indeterminato solo tramite pubblico concorso (lo dice la Costituzione), nel caso dei docenti precari la mancata assunzione si configura comunque come un comportamento “contra legem”, perché avrebbe prodotto un danno ai lavoratori.
In questo modo si riapre una vicenda giudiziaria che, nel mese di giugno del 2012, sembrava essersi chiusa grazie a un intervento della Corte di Cassazione.
Con la sentenza n. 10127 del 20 giugno, infatti, la Corte aveva escluso il diritto al risarcimento del danno in caso di eccessiva reiterazione dei contratti a termine. Secondo questa, il sistema delle supplenze scolastiche non è contrario al diritto comunitario, in quanto, pur in assenza di un limite temporale come quello previsto per il settore privato, non consente il ricorso indiscriminato ai contratti a termine, ma lo ammette solo in presenza di circostanze precise e concrete.
Adesso, come detto, c’è il rischio che si riapra il filone di sentenze creative. A chi giova? Sicuramente i docenti possono sperare di avere indennizzi importanti, ma dovranno passare per diversi gradi di giudizio e avranno di fronte il rischio concreto che in Cassazione, dopo molti anni e dopo tante pronunce d segno contrario, tali indennizzi dovranno essere restituiti.
Con il risultato che il nostro sistema giudiziario darà, ancora una volta, una prova di cattivo funzionamento; questa vicenda basta a spiegare – molto più di lunghe analisi socio economiche – la ragione per cui l’ordinamento italiano non attira più investimenti.

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