Treu: non fermiamo le riforme del lavoro

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Intervista a Tiziano Treu.

Professore, iniziamo dalla fine: dopo il risultato elettorale, è possibile pensare che si formi presto un Governo capace di affrontare l’emergenza lavoro?

Non saprei, è ancora presto per dirlo. Vediamo cosa emergerà dal dibattito di questi giorni, mi sembra che tutti i partiti stiano ancora cercando di decifrare uno scenario che, sino a qualche giorno fa, sembra imprevedibile. Certamente, il Paese non può restare senza un Governo saldo. C’è l’emergenza lavoro da gestire, le cose da fare sono tante.

Proviamo allora a fare l’elenco degli interventi che dovrebbero essere attuati dal nuovo esecutivo. Cosa serve oggi per dare risposte al mercato del lavoro in Italia?

Politiche attive, la partecipazione dei lavoratori all’impresa, la rappresentatività del sindacato, gli ammortizzatori sociali, l’apprendistato e il sostegno ai giovani e alle donne.

Come si può intervenire sull’apprendistato?

Va attuata qualche ulteriore semplificazione di questa forma contrattuale, che in tutti i Paesi è lo strumento più importante per fare passare i giovani dalla scuola al lavoro. La Riforma Fornero ha permesso un miglioramento, ora si può ancora rafforzare lo strumento perché diventi veramente come in Germania una strada maestra per i giovani. Si possono inoltre semplificare le definizioni della legge Fornero su contratti a progetto e partite IVA, che sono un po’ pasticciate. E bisogna realizzare un progetto straordinario per l’occupazione giovanile e per quella femminile; servono interventi specifici per l’occupazione dei gruppi ancora sottorappresentati nel mondo del lavoro, a cominciare da donne e giovani.

Come sostenere l’occupazione giovanile e quella della donne?

L’occupazione femminile va sostenuta con vantaggi fiscali a favore delle donne che lavorano per rendere effettiva la condivisione e conciliazione dei ruoli. Il dramma della disoccupazione giovanile deve essere affrontato con interventi straordinari, anche temporanei, in particolare strumenti e servizi per prendere “in carico” i giovani disoccupati da 6-12 mesi, come proposto dal programma europeo Youth guarantee.

Si sta cominciando a parlare più seriamente di somministrazione?

Dopo anni di demonizzazione oggi si capisce che il lavoro in somministrazione è uno strumento valido perché tutela il dipendente, l`agenzia per il lavoro può dargli continuità d`impiego. Ci sono voluti anni, ma persino la Cgil inizia a dire che se l`agenzia è seria lo strumento è valido.

Perché ci sono voluti così tanti anni per mettere in pratica quel che lei aveva iniziato?

Non so dirle se è finalmente cambiata la cultura di questo Paese. I fatti hanno dimostrato, nel caso della somministrazione, che se un`agenzia è affidabile permette a molti lavoratori di avere un punto di riferimento, è un`occasione e favorisce la reimpiegabilità.

Professore, pensa che il nuovo Governo seguirà questi “consigli”?

Non saprei, come dicevo lo scenario è ancora da decifrare. Spero tuttavia che si prenda seriamente coscienza del fatto che il mercato del lavoro ha bisogno di essere governato, oggi più che mai.

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